Guide

Come Avere l’Alito Fresco

Certamente per noi donne, ed anche per gli uomini, è un fastidioso problema che generalmente non sappiamo di averlo, finchè un benedetto giorno la nostra amica del cuore ci mette in allarme con questa affermazione, nostra cura combatterlo e cercare di risolvere al più presto nel rispetto soprattutto di chi sta con noi a stretto contatto.

Sicuramente è un fattaccio a nostro svantaggio e magari qualche appuntamento con qualche ragazzo che ci piaceva è andato a rotoli proprio per questo e noi non lo sapevamo!

E’ sicuramente consigliato una visita dal vostro medico di fiducia che sicuramente escluderà delle patologie a vostro carico è quindi il caso di seguire delle piccole regole che potranno senz’altro aiutarvi a combatterlo.

Fate una visita accurata dal vostro dentista, per stabilire se avete qualche carie che sfoci in questa alitosi.
Lavate durante la giornata diverse volte i vostri denti, curando anche l’igiene della vostra lingua, esistono spazzolini adatti, chiedete al vostro farmacista.
Cercate di bere molta acqua durante la giornata, che tra l’altro fa bene anche alla nostra salute.
Se ci riuscite, evitate di fumare.
Usate quotidianamente sciacquare la vostra bocca con un buon collutorio.
Tenete in borsetta sempre delle caramella al gusto menta o della gomma da masticare, da assumere in qualsiasi momento della giornata.
Non seguite un’alimentazione scorretta a base di cibi fritti e grassi, peggiorerebbero la situazione, favorite frutta e verdura e cibi delicati e leggeri.
Evitate lo stres, è il nemico numero uno dell’alito cattivo.
Non eliminate i carboidrati dalla vostra dieta ( Pasta, pane e riso) fa male alla salute e favorisce l’alito cattivo.

Guide

Con Quale Frequenza Bisogna Allenarsi

Tutti ci siamo chiesti con quanta frequenza dobbiamo allenarci in settimana, ma dipende sempre dal corpo di ognuno di noi. Gli allenamenti sono mirati a ottenere forza ed elasticità e a fare massa muscolare.

Gli sportivi che desiderino prendere massa muscolare non devono andare oltre i tre giorni a settimana, anche se quello di allenare l’intensità di esercizio, recuperare il tono muscolare e riprendere l’allenamento concretamente è il segreto.

Per mettere a punto un allenamento adeguato è importante definire il proprio tempo di recupero. Ed è per questo che molte persone si concentrano nella frequenza degli allenamenti andando ogni giorno in palestra e dopo si lamentano del fatto di non vedere risultati. Bisogna alternare con calma gli esercizi atti ad aumentare la forza e la massa muscolare, senza strafare.

Alcune volte i nostri stili di vita cambiano per il nostro bene e senza rendercene conto abbiamo solo 2 o 3 giorni a settimana per allenarci, ma in questi giorni combiniamo gli esercizi necessari a raggiungere il nostro obiettivo e iniziamo a vedere i risultati sperati.

Sebbene alcuni abbiano più facilità ad ottenere risultati, dato il loro metabolismo, è molto importante prendersi cura delle proprie esigenze fisiche prendendo in considerazione lo stimolo e il recupero, tappe fondamentali del miglioramento del nostro fisico.

 

Fai da Te

Come si Pulisce la Piastra per Capelli

La maggior parte delle donne di ogni età, spesso si trova ad utilizzare la piastra per i capelli, siano essi lisci, ricci o mossi, molto spesso si avverte la necessità di un cambio di look anche perchè spesso, essendo piuttosto insicure, non sempre ci si accetta per quello che si è e si desidera essere diverse, magari se siamo lisce vogliamo essere ricce e viceversa.

La piastra per i capelli pertanto, è un elettrodomestico molto apprezzato e soprattutto se usato frequentemente, necessita di cure costanti e manutentive, legate soprattutto alla pulizia dell’ elettrodomestico. Vediamo insieme allora come pulire la piastra.

Basti pensare che prodotti per i capelli come spuma, cera, cristalli liquidi, gel etc… vanno comunque a depositarsi sulle lamine della piastra, pertanto, almeno una volta al mese, andrebbero pulite.

Per la pulizia della piastra l’apparecchio dovrà essere spento e scollegato dalla presa di corrente e ovviamente freddo, quindi con un panno morbido in microfibra e una bacinella con dell’acqua tiepida potrete pulirne i lati, poi con l’ aiuto di un cotton fioc pulite anche nella zona di giuntura tra le due piastre, per eliminare depositi di sporco.

Per lucidarla al meglio poi potrete utilizzare anche dell’ alcool denaturato e strofinare sulle piastre per fare in modo che siano anche eliminate anche eventuali macchie.

Cucina

Come si Mangiano i Semi di Chia

I semi di chia (salvia ispanica) sono prodotti da una pianta sud-americana della famiglia delle Lamiaceae e costituivano l’ alimentazione base dei popoli pre colombiani e sud americani in generale, solitamente mescolati con il mais o l’ amaranto. Questi semi hanno degli aspetti molto positivi sulla salute, ma nonostante questo, essi sono stati introdotti nel mercato europeo solo a partire dall’ anno 2009. Questi semi, privi di glutine e pertanto indicati anche per gli individui che soffrono di celeachia, sono ricchi di acidi grassi (basti pensare che il 20% di questi ne è costituito), pertanto hanno un ottimo effetto protettivo per le malattie cardio-vascolari. I semi di chia sono altresì ricchi di calcio, anche più del latte, pertanto sono particolarmente consigliati per la prevenzione e cura dell’ osteoporosi. Ricchi di antiossidanti ed amminoacidi utili alla formazione delle proteine, sono ottimali anche per la dieta vegetariana e per contrastare l’invecchiamento, azione quest’ ultima, supportata anche dall’ alto contenuto di vitamine e sali minerali. Degno di nota è anche l’ alto contenuto di fibre, utili alla regolarità intestinale ed a contrastare i senso di fame, questi semi infatti, pare che siano un valido aiuto per le diete dimagranti, anche perchè aiutano ad abbassare il livello degli zuccheri nel sangue. Come tutte le cose però è buona norma non esagerare, anche perchè 10 gr di semi di chia apportano 50 calorie e potrebbero anche abbassare troppo la pressione. Vediamo allora come mangiare i semi di chia.

Per consumare questi semi l’ ideale è l’ unirli ad alimenti umidi, in modo che si ammorbidiscano un poco, potreste ad esempio consumarli con dello yogurt, magari mescolati ad altri cereali, o ancora per guarnire dei piatti e/o delle insalate. Potreste anche preparare una torta alla ricotta, sia dolce che salata, con l’ aggiunta di questi preziosi semi. I semi di chia se lasciati in ammollo in acqua, gelificano e questa gelatina può essere utilizzata come stabilizzante o addensante in preparazioni sia dolci che salate.

 

Cucina

Come Mangiare Spendendo Poco

Mangiare sano è un cambiamento dello stile di vita che avvantaggia la salute fisica e mentale in molti modi. Purtroppo, l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e l’ avere un budget ristretto, porta le persone a mangiare alimenti non proprio salutari e a buon mercato. Ma mangiare sano non significa necessariamente spendere una fortuna. Il fattore chiave sta nel rivedere le abitudini di acquisto per limitare le spese inutili e fare scelte intelligenti su opzioni più sane. Inoltre, mangiare bene con un budget a buon mercato non toglierà il piacere di mangiare, il che significa che la soddisfazione è comunque garantita. Vediamo insieme allora come mangiare bene spendendo poco.

Quando si tratta di risparmiare al supermercato, la pianificazione è essenziale. Questo significa che è necessario essere consapevoli del vostro budget, così come le cose di cui avete bisogno nella vostra cucina. Prendetevi un pò di tempo nel vostro week-end per pianificare i pasti per la settimana prossima. Poi, fate una lista della spesa di ciò che vi serve e controllate la vostra dispensa e il frigorifero. Annotare ciò che vi occorre veramente. Una volta che hai pianificato i pasti e fatto la vostra lista della spesa, attieniti ad essa ed evita di acquistare cose che non ti servono davvero. Mangiare fuori è molto costoso e può facilmente farvi spendere più del dovuto, soprattutto se fatto regolarmente. Inoltre, gli alimenti del ristorante sono ricchi di olio, sale e zucchero, così come le sostanze chimiche che possono essere dannose per la salute. Se a lavoro fate orario continuato, cercate di portarvi il pranzo da casa, in questo modo risparmierete ed eviterete di acquistare cibo-spazzatura. Per mangiare sano e a buon mercato, iniziare a cucinare tutti i pasti a casa. Prima di tutto, sarà molto più economico di mangiare fuori. In secondo luogo, è possibile effettuare scelte alimentari sane per migliorare la vostra salute. In realtà, è possibile combinare alcune ricette e realizzare piatti interessanti spendendo poco, come le patate al forno ad esempio, della pasta, o dei legumi, piatti semplici, genuini e a buon mercato. Un altro trucchetto utile consiste nell’ acquistare frutta e verdura di stagione, in questo modo saranno più salutari, gustosi e più economici.

 

Guide

Come Allenarsi per il Salto in Alto

Il salto in alto è una disciplina che appartiene all’atletica leggera e negli ultimi anno ha conquistato sempre di più il suo spazio nei giochi olimpionici. Gli atleti che eseguono il salto in alto si allenano in modo intenso prima di effettuare l’esercizio. Vi è infatti una difficoltà elevata di coordinare tutti i movimenti della parte superiore del corpo con quella inferiore e allo stesso tempo impiegare la giusta quantità di forza ed energia per saltare l’asta.

Vediamo quindi come allenarsi per il salto in alto. Prima di tutto è molto importante fare degli esercizi che aiutino a migliorare durante la fase della rincorsa, la fase più importante in quanto aiuta l’atleta a saltare quanto più in alto possibile. L’esercizio dello slalom e quello del cambio di direzione sono gli ideali. Per allenarsi invece per uno stacco molto più veloce ed energico è importante fare una piccola corsetta con soli 4 o 5 appoggi per poi staccare il corpo ed allungarsi verso l’alto come se ci stessimo allungando verso l’alto per prendere qualcosa. Oppure molto interessante è quella al posto di saltare verso l’alto superare un ostacolo posto sulla traiettoria.

Per quanto riguarda la parte in volo con la conseguente caduta c’è bisogno di un tipo di allenamento diverso e molto più intenso. In questa fase è necessario allenare molto i dorsali che dovranno aiutare a disegnare una sorta di traiettoria curva che permette di superare il baricentro e l’asticella in modo molto agevole.

Durante gli esercizi di allenamento è necessario focalizzarsi su una propria tecnica di salto in alto cercando di migliorare sempre di più le proprie prestazioni. L’allenamento deve essere quotidiano e costante. Solo così si potrà raggiungere un risultato eccellente che vi permetterà di ottenere grandi soddisfazioni anche a livello agonistico.

 

Cucina

Come Macinare la Carne

La carne macinata (o macinato di carne) è un ingrediente molto utilizzato in cucina, che trova facilmente impiego in diverse preparazioni, si possono ad esempio preparare degli hamburger, delle polpette, il ragù alla bolognese, la moussakà, si possono farcire melanzane, zucchine, patate etc.. da cuocere poi al forno… insomma si tratta di qualcosa di appetitoso che acquistiamo normalmente per le nostre pietanze. Talvolta però può capitare di non disporne in un determinato momento, nonostante si desidera preparare una determinata ricetta che preveda appunto il macinate. Non abbiamo voglia di uscire ad acquistarne e nessuno vuol uscire al posto nostro? niente paura! non dovrete rinunciare ai vostri manicaretti se avete in casa qualche pezzo di carne. Vediamo insieme allora come macinare la carne.

Il metodo migliore per macinare la carne in casa consiste nell’ utilizzare gli appositi robot di cucina che sono dotati o di speciali mixer adatti a tritare anche la carne, o degli accessori specifici per tritatare la carne, la quale passa attraverso le maglie di un apposito disco. Se non avete il robot da cucina, in alternativa, potreste utilizzare il frullatore, a patto che sia abbastanza potente, ma in questo caso, sappiate che il risultato ottenuto, sarà di un composto piuttosto cremoso, rispetto al macinato di carne, come siamo abituati ad intenderlo. Questo composto a base di carne così ottenuto è particolarmente indicato per la preparazione di polpette o per farlo mangiare ai bambini. Se la carne che avete a disposizione è poca e/o comunque preferite del macinato di carne meno raffinato, tagliato più grossolanamente, possiamo farlo anche con il coltello, a patto che sia molto affilato. Poggiate quindi la carne su di un tagliere ed eseguite dei tagli paralleli con dei movimenti oscillanti, prima in un verso, poi roteate il tagliere e ripetete lo stesso movimento dell’ altro lato.

 

Casa

Recensione Deumidificatore Duracraft DD-TEC10E

Il deumidificatore Duracraft DD-TEC10E è il prodotto che abbiamo avuto la possibilità di provare oggi e dobbiamo ammettere che non ha nulla da invidiare ai prodotti delle marche più blasonate in commercio. L’aspetto è molto semplice e spartano, non ha particolari fronzoli e rifiniture di pregio, tuttavia non è brutto da vedere anzi le sue forme squadrate e nette danno un senso di sicurezza e di professionalità.

Le dimensioni di questo deumidificazione sono nella media, infatti misura 32,5 cm x 22,5 cm x 48, paragonabile con i prodotti più diffusi, come è possibile vedere in questa guida su Deumidificatoreok.com, non è quindi molto ingombrante ed è molto semplice trovargli un posto all’interno di una stanza senza che ci intralci più di tanto.
Il peso anche è nella media, con i suoi 13 chilogrammi è molto semplice da spostare, grazie anche alla pratica maniglia ergonomica per il trasporto e 4 ruote di cui il Duracraft DD-TEC10E è dotato e che ne facilitano il trascinamento.
La capacità di assorbire l’umidità è di circa 10 litri ogni 24 ore, ovviamente nei casi in cui ci sia molta umidità nell’aria, questo rende il Duracraft DD-TEC10E un prodotto adatto a deumidificare stanze di medie dimensioni, diciamo di circa fino a 20 o anche 25 metri quadrati senza particolari problemi.

Il Duracraft DD-TEC10E è il diretto concorrente del DeLonghi Tasciugo DEM 10, in quanto la potenza di deumidificazione è pressoché la stessa.
Sulla scheda tecnica i consumi indicati sono di circa 300 watt, ma con nostro grande piacere abbiamo potuto appurare che i consumi effettivi, almeno durante le nostre prove, hanno di poco superato i 200 watt, quindi possiamo dire che alla fin fine il Duracraft DD-TEC10E non consuma poi così tanta energia come temevamo.
La tanica per la raccolta dell’acqua ci è sembrata idonea alla potenza di deumdificazione, grazie alla sua capienza di quasi 3 litri (2,9 per l’esattezza).
Il rumore del motore si attesta intorno ai 43 decibel, nella media quindi, però abbiamo notato che la scocca esterna non è assemblata con criterio, e durante il funzionamento, vibra fastidiosamente, aggiungendo altro rumore a quello nominale dichiarato nella scheda tecnica.
Il deumidificatore Duracraft DD-TEC10E non si fa mancare proprio niente, infatti ha moltissime funzioni ed automatismi utili: ad esempio quando la tanica di raccolta è piena, se nessuno provvede a svuotarla, si spegne automaticamente, onde evitare di far traboccare l’acqua dal serbatoio. È comunque possibile collegare il Duracraft DD-TEC10E ad uno scarico diretto oppure direttamente all’esterno per evitare la noia di dover stare sempre a controllare lo stato del serbatoio.
La regolazione delle varie impostazioni è davvero semplice ed intuitiva, in quanto tutte le opzioni sono direttamente accessibili da pannello di comandi posti in alto, potete inoltre impostare il tasso di umidità che volete che l’ambiente mantenga e al resto penserà a tutto il Duracraft DD-TEC10E, grazie al sensore incorporato che gli permetterà di tenere sempre sotto controllo la percentuale di umidità presente nell’aria.

Il Duracraft DD-TEC10E è veramente un prodotto valido, ottimo per i piccoli ambienti e per asciugare la biancheria. È molto economico e compatto e tutto sommato anche esteticamente non è per niente male. Consigliamo questo prodotto, a meno che non vi serva un deumidificatore per la camera da letto, che magari vogliate tenere acceso anche di notte. In questo caso non consigliamo il Duracraft DD-TEC10E, per i problemi di rumorosità di cui abbiamo accennato durante la recensione. Per il resto non abbiamo trovat nessun difetto evidente per questo modello, è affidabile ed efficiente e svolge il suo lavoro esattamente come fanno altri deumidificatori di marche molto più famose.

Fai da Te

Come Rivestire una Parete in Finta Pietra

Se apprezzi il fai da te ti piacerebbe realizzare alcune creazioni, come per esempio creare una fantastica parete di pietre finte, con questo articolo ti posso dare delle facili indicazioni che ti permetteranno di affrontare questa bellissima e particolare esperienza. Anche se in partenza questa realizzazione ti può apparire un’impresa complicata, voglio assicurarti che invece contrariamente a quello che puoi pensare è davvero facile! La tua parete, oltre a garantire un bellissimo effetto realistico, darà stile ed eleganza alla tua casa. Il finto rivestimento che avrai realizzato si adatta alle più varie esigenze. Infatti lo puoi mettere sia negli gli ambienti esterni che in quelli interni. Ovviamente la scelta del luogo determina anche quali materiali conviene usare: ad esempio per l’interno sono più indicate le pietre a base di gesso, mentre le pietre in terra cotta, in cemento o in pietra ricostruita sono da preferire per un utilizzo esterno.

La realizzazione di questa parete è piuttosto semplice. Naturalmente diventa tutto più facile avendo un minimo di manualità, poi basta un poco di impegno e buona volontà e vedrai che risultato. Fatta questa premessa non perdiamo altro tempo. Segui passo passo le mie indicazioni e i miei consigli e vedrai cosa sei in grado di fare con le tue mani, il risultato finale sarà piacevolmente inaspettato ed esaltante, la tua finta parete sarà un piccolo capolavoro.

Occorrente
Pietre finte
isolante (opzionale)
livella o corda
spatola dentellata
collante
pennello a setole dure
Una volta recuperato tutto l’occorrente vediamo come procedere nel posare le pietre, differenziando se si tratta di una parete interna o esterna. Ricordiamo, come descritto in precedenza, che l’utilizzo dei materiali è differente al seconda del tipo di parete. Inizamo con la parete esterna, per la quale è preferibile utilizzare pietre in terra cotta, in cemento o in pietra ricostruita.

Come rivestire una parete esterna
Per il rivestimento esterno è opportuno utilizzare una colla resistente al gelo (collante e rasante) da applicarsi su una rete di supporto posata su uno strato di cemento da esterni. Successivamente la prima cosa da fare per la posa delle pietre finte è quella di rendere liscio e pulito il muro. È consigliabile umidificare leggermente il muro in maniera da consentire un’aderenza perfetta al rivestimento.
Questa operazione preliminare è indispensabile perché se il muro è in brutte condizioni, bisogna operare una restaurazione dello stesso. Successivamente bisogna dividere la parete per linee orizzontali. Queste devono essere distanziate in base alla misura del rivestimento. È preferibile usare una livella oppure uno spago, dipende dalla vastità della superficie che si vuole rivestire. Bisogna poi considerare eventuali porte o finestre che interrompono la linea del disegno.

Come rivestire una parete interna
Per rivestire una parete interna devi spalmare la apposita colla usando una spatola dentellata sulla parete. Se la parete non fosse ben levigata è meglio usare una colla pastosa (non più di 10 millimetri di spessore). È importante spalmare la colla gradualmente e non in un’unica mano. Adesso procedi dall’alto verso il basso facendo aderire le pietre alla superficie che hai spalmato in precedenza con la colla.
Per completare il lavoro devi riempire tutte le fughe con una malta: da applicare con una sorta di sac à poche, simile a quella che usano i pasticcieri. Per concludere devi rifinire il tutto con un pennello a setole dure, un listello o anche con le dita (magari usa un guanto) in modo da eliminare residui di malta in più e compattare la malta nelle fughe. Dopo un paio d’ore, dovrai eliminare le eventuali sbavature. Ed ecco la tua parete di pietre finte di cui potrai andare orgoglioso a lungo.

Guide

Quali Sono le Caratteristiche Principali delle Conifere

le conifere sono d’immensa importanza ecologica: sono le piante che dominano in vastissime aree, in particolare nelle foreste boreali dell’emisfero settentrionale, ma anche in climi simili sulle montagne delle zone più meridionali. La foresta di conifere è una associazione di alberi sempreverdi come di pini, abeti, larici; in questa però non mancano alberi con foglie caduche come betulle, salici, pioppi.

Morfologia
Il nome conifera significa “portatrice di coni” che sarebbero poi le “pigne”. Piante di norma abituate a climi montani (ma talvolta adattate anche sulle rocce del mediterraneo), hanno aghi al posto delle foglie, sviluppati come difesa dalla disidratazione o dalle condizioni ambientali estreme.
Le foglie di molte conifere sono aghi lunghi e sottili, ma altri hanno foglie piatte a scaglie triangolari. Le conifere di solito sono piante monoiche, ma alcune sono sottodioiche o dioiche. I semi delle conifere si sviluppano in un cono protettivo chiamato strobilo. Gli strobili impiegano dai quattro mesi ai tre anni per raggiungere la maturità e possono variare da 2 mm a 600 mm in lunghezza.

Particolarità
Molte conifere producono resine profumate, secrete per proteggersi da insetti e funghi. La resina fossilizzata si trasforma in ambra.
Le foglie possono servire come criterio di riconoscimento per le piante.

Proviamo a fare un esempio con le Conifere.
La premessa importante è che tale criterio è valido solo per le piante adulte, infatti, molte conifere possiedono due tipi di aghi distinti a seconda della fase di svuiluppo.

Le foglie sono molto diverse ma rispondono al criterio generale di risparmio dell’evaporazione. Più comuni sono le foglie ad aghi, che possono variare per la lunghezza, per il colore e sopratutto, per la modalità di inserzione sul ramo.
Foglie aghiformi riunite da una guaina comune e inserite sul ramo in gruppi di 2, 3, 5: Pini, Abies
Foglie aghiformi raggruppate a mazzetti e inserite all’estremità di piccoli rami legnosi: Cedro e Larice.
Foglie lineari inserite sul ramo isolatamente: Taxus
Foglie a piccole squame dispostea embrice sul ramo: Cupressus
Foglie a grandi squame fortemente imbricate tra loro e disposte a spirale intorno al ramo: Araucaria
Foglie a lamina larga a ventaglio, pur con una nervatura del tutto diversa da quella delle latifoglie: Ginkgo biloba.