Consumatori

Cosa Sapere Prima di Comprare una Pedana Vibrante

In questa guida spieghiamo cosa bisogna sapere prima di comprare una pedana vibrante.

Pedana vibrante e dimagrimento
Innanzi tutto bisogna sempre vedere di che pedana stiamo parlando.
Si parte dal presupposto che l’unico modo per dimagrire è introdurre meno calorie di quelle che si consumano, oppure aumentare il consumo di calorie con l’esercizio fisico.
L’unica pedana che può consentire di avere un “lavoro muscolare” piuttosto rilevante è la pedana con vibrazione sussultoria in quanto la vibrazione generata è “assorbibile”, grazie alla dimensione dell’ampiezza ed alla direzione di propagazione, anche da parte dell’apparato muscolare. La vibrazione stessa generata dalla macchina consente al muscolo di contrarsi, quindi di sprecare energie per eseguire questo lavoro.
Le macchine di tipo basculanti invece, generano una vibrazione che si propaga lateralmente e che viene assorbita quasi totalmente dalla struttura scheletrica, in quanto, per ampiezza e direzione di propagazione non si può mettere in relazione con l’apparato muscolare. Questa vibrazione tende a destabilizzare l’equilibrio naturale del corpo dato che il baricentro viene spostato lateralmente (a destra e a sinistra, come per simulare il passo di una camminata).
Istintivamente i muscoli si attivano ad ogni stimolo della vibrazione “destabilizzante” cercando di riportare il corpo nel normale equilibrio.
Anche qui abbiamo un lavoro muscolare ma non esiste una contrazione continua come durante un allenamento fitness, è solo un’attività muscolare di “riflesso” quindi meno allenante.
E’ comunque risaputo che per bruciare i grassi deve sussistere un allenamento aerobico, in quanto la maggior presenza di ossigeno contribuisce a bruciare i grassi.

Nel caso della pedana sussultoria, che consente al muscolo di eseguire un lavoro, non esiste comunque lavoro aerobico, quindi difficilmente le “scorte di grassi” possono venir bruciate con il solo utilizzo della pedana. Serebbe invece piuttosto utile unire il tradizionale esercizio fitness e cardio-fitness (aerobico), all’allenamento su pedana vibrante: l’esercizio cardio-fitness consentirebbe di “bruciare” i grassi (sempre che l’apporto di calorie sia adeguato, quindi sia inferiore rispetto alle calorie che si bruciano con l’esercizio), l’uso della pedana vibrante consentirebbe invece di migliorare le performance muscolari in meno tempo rispetto all’allenamento “classico”, con minor stress e microtraumi da parte delle articolazioni, ed un tempo di recupero più breve rispetto a quello occorrente dopo un esercizio fitness tradizionale.

Usando la pedana vibrante posso eliminare la cellulite
No! Posso se mai migliorare l’aspetto della pelle soggetta a ritenzione di liquidi e adipe. In che modo?
L’uso della pedana vibrante, sia essa sussultoria che basculante, consente di avere un benefico effetto massaggio con un miglioramento del drenaggio dei liquidi ed una maggior circolazione sanguigna.
Questo fa si che le parti più soggette a ristagni di liquidi migliorino nel loro aspetto “perdendo” in parte l’aspetto “gonfio” che ne derivava dal ristagno, e la circolazione sanguigna, migliorando anche nelle parti che erano meno irrorate a causa del ristagno di liquidi, consente alla pelle di avere un aspetto più roseo e “sano”.

Posso eliminare la pancetta con la sola pedana vibrante
No, però posso tonificare i muscoli addominali, che solitamente si lasciano andare, ed esce a tal proposito la pancetta. Migliorando la “tenuta” dei muscoli si ha un miglior contenimento degli intestini, che sporgerebbero meno verso l’esterno, ma se si ha dell’adipe sopra lo strato muscolare, come al punto 1 è necessario abbinare anche un esercizio di cardio-fitness tradizionale per bruciare i grassi.

La pedana vibrante è più efficace nel tonificare i muscoli degli arti inferiori e superiori che del tronco.

Lavori Domestici

Come Cuocere le Uova

Mi sono ricordata dei molti modi di cuocere le uova dopo aver letto il post scritto ieri da Sara, che come me si occupa di ricette qui su Spigoloso. Basta conoscere i tempi di cottura, adoperare uova fresche, magari quelle dei contadini che allevano seguendo metodi antichi. Raccontare e fotografare i tanti modi di cuocere le uova è pressoché impossibile. Ho cercato di ricordare quelli più comuni, tralasciando le uova sode cui si è dedicata Sara. Adesso veniamo alle tecniche.

UOVA ALLA COQUE
I miei bambini le adorano, fortunatamente riesco spesso a rifornirmi di uova di grande qualità, rigorosamente biologiche, nate da galline allevate a terra, libere di scorazzare per quel magnifico luogo che si chiama Punta Campanella. Ebbene si, sono le galline felici del ristorante Don Alfonso. Svelato il segreto vi racconto come le cucino. Immergo le uova (temperatura ambiente) delicatamente in un pentolino con acqua in lenta ebollizione. Appena ricomincia il bollore cronometro tre minuti, (il tempo dipende molto dalla grandezza delle uova, io ho usato una misura grande) poi le scolo e le passo sotto l’acqua corrente per alcuni secondi. Rompo la parte superiore del guscio, l’albume deve essere cotto mentre il tuorlo crudo e tiepido. Sale e pepe.

UOVA IN CAMICIA
Una grande tecnica non così complicata come si crede, basta farci la mano. Occorre una casseruola capiente dove mettere a bollire abbondante acqua più due cucchiai di aceto bianco. Quando l’acqua bolle si comincia a girare con un cucchiaio in modo da creare un vortice al centro. Si rompe un uovo (in questo caso freddo di frigo e freschissimo) in una piccola tazza e lo si immerge delicatamente al centro del vortice. Si riduce la fiamma, l’acqua deve bollire appena, e si lascia cuocere per circa un minuto e mezzo. L’albume, girando velocemente, avvolge il tuorlo, quindi albume cotto e tuorlo crudo. Se poi nel frigo dovesse avanzarvi del tartufo bianco… (faccetta).

UOVA STRAPAZZATE
Lo dice il nome stesso, si devono strapazzare. L’unica attenzione è di non farle cuocere troppo altrimenti si seccano. Pertanto devono risultare morbide e vaporose. Si rompe la quantità di uova necessaria (una a testa per i normali, due per i mangioni), si sbattono ma non troppo, si correggono di sale e si versano in un pentolino con un filo d’olio o con del burro caldi. Con un cucchiaio si cerca di rompere le uova ma è un’operazione che dura pochi secondi.

FRITTATA
Questa è una tecnica tutta mia, che ho elaborato nel corso degli anni. In realtà procedo come per le uova strapazzate, solo che a un certo punto, quando sono a metà cottura, spiano il composto in maniera che si rapprenda e si crei un disco unico, pochi secondi e poi la volto. L’aspetto non sarà bellissimo ma la frittata risulterà più soffice.

OCCHIO DI BUE
Risulta essere l’uovo per eccellenza. Il vecchio padellino di ferro è l’ideale. Procedo in questo modo: metto una piccola quantità d’olio al suo interno e lo faccio scaldare, rompo l’uovo e verso solo l’albume, conservo il tuorlo in una metà del guscio. Faccio cuocere e solo prima di spegnere metto il tuorlo sull’albume per fargli prendere un leggero calore.

Questi sono solo alcuni metodi di cottura, ce ne sarebbero altri ma se continuo rischio anche di farvi arrivare il colesterolo alle stelle.

Consumatori

Cosa Mangiare in Estate per Restare Leggere

Una tabella da seguire giorno per giorno per perdere peso mangiando insalate e cibi di stagione

Lunedì
Appena svegli:un bicchiere grande di acqua.
Colazione della mattina: caffè, caffè d’orzo o tè; una tazza di latte scremato o uno yogurt magro
4 biscotti secchi integrali, una tazza di fragole o di frutti di bosco
Spuntino a metà mattina(si può scambiare con quello del pomeriggio): una spremuta di agrumi (arance o pompelmo).
Pranzo: prima del pasto un bicchiere grande di acqua; 2 pomodori ripieni con riso (70 gr), mozzarelle ed erbe aromatiche, olio extravergine di oliva un cucchiaio.
Spuntino a metà pomeriggio: un frutto di stagione.
Cena: prima del pasto un bicchiere grande di acqua; melanzane o peperoni ripieni di carne macinata, uovo e parmigiano (impasto delle polpette) al pomodoro, due fettine di pane integrale, olio extravergine di oliva un cucchiaio.

Martedì
Appena svegli: un bicchiere grande di acqua.
Colazione della mattina: caffè, caffè d’orzo o tè, una tazza di latte scremato o uno yogurt magro
4 biscotti secchi integrali, una tazza di fragole o di frutti di bosco
Spuntino a metà mattina(si può scambiare con quello del pomeriggio): una spremuta di agrumi (arance o pompelmo) o, se si dispone di un estrattore tipo questo, un estratto di frutta e verdura.
Pranzo: prima del pasto un bicchiere grande di acqua, pennette integrali (70 gr) con ricotta e pomodorini, insalata mista, olio extravergine di oliva un cucchiaio.
Spuntino a metà pomeriggio: un frutto di stagione.
Cena: prima del pasto un bicchiere grande di acqua, insalata tiepida di polpo, zucchine e patate lesse (2 piccole), olio extravergine di oliva un cucchiaio.

Mercoledì
Appena svegli: un bicchiere grande di acqua.
Colazione della mattina: caffè, caffè d’orzo o tè, una tazza di latte scremato o uno yogurt magro
4 biscotti secchi integrali, una tazza di fragole o di frutti di bosco
Spuntino a metà mattina(si può scambiare con quello del pomeriggio): una spremuta di agrumi (arance o pompelmo).
Pranzo: prima del pasto un bicchiere grande di acqua, un piatto raso di pasta (70 gr) e fagioli
insalata mista, olio extravergine di oliva un cucchiaio.
Spuntino a metà pomeriggio: un frutto di stagione.
Cena: prima del pasto un bicchiere grande di acqua, un trancio di salmone cotto al vapore con patate (2 piccole) e timo, insalata mista, olio extravergine di oliva un cucchiaio.

Giovedì
Appena svegli: un bicchiere grande di acqua.
Colazione della mattina: caffè, caffè d’orzo o tè, una tazza di latte scremato o uno yogurt magro
4 biscotti secchi integrali, una tazza di fragole o di frutti di bosco
Spuntino a metà mattina(si può scambiare con quello del pomeriggio): una spremuta di agrumi (arance o pompelmo).
Pranzo: prima del pasto un bicchiere grande di acqua, insalata di riso (70 gr) con tonno al naturale e piselli, olio extravergine di oliva un cucchiaio.
Spuntino a metà pomeriggio: un frutto di stagione.
Cena: prima del pasto un bicchiere grande di acqua, frittata di pasta cotta al forno, insalata mista
olio extravergine di oliva un cucchiaio.

Venerdì
Appena svegli: un bicchiere grande di acqua.
Colazione della mattina: caffè, caffè d’orzo o tè, una tazza di latte scremato o uno yogurt magro
4 biscotti secchi integrali, una tazza di fragole o di frutti di bosco
Spuntino a metà mattina(si può scambiare con quello del pomeriggio): una spremuta di agrumi (arance o pompelmo).
Pranzo: prima del pasto un bicchiere grande di acqua, zuppa di ceci e funghi con una fettina di pane integrale tostata e tagliata a cubetti, olio extravergine di oliva un cucchiaio.
Spuntino a metà pomeriggio: un frutto di stagione.
Cena: prima del pasto un bicchiere grande di acqua, misto di insalate con pomodorini, formaggio primo sale a dadini, cipollina fresca e 2 fettine di pane integrale, tostate e tagliate a cubetti, olio extravergine di oliva un cucchiaio.

Sabato
Appena svegli: un bicchiere grande di acqua.
Colazione della mattina: caffè, caffè d’orzo o tè, una tazza di latte scremato o uno yogurt magro
4 biscotti secchi integrali, una tazza di fragole o di frutti di bosco
Spuntino a metà mattina(si può scambiare con quello del pomeriggio): una spremuta di agrumi (arance o pompelmo).
Pranzo: prima del pasto un bicchiere grande di acqua, penne integrali (70 gr) con speck, zucchine e punte di asparagi, olio extravergine di oliva un cucchiaio.
Spuntino a metà pomeriggio: un frutto di stagione.
Cena: prima del pasto un bicchiere grande di acqua, “casseruola”con bocconcini di tacchino, melanzane, peperoni, pomodori e una patata piccola, olio extravergine di oliva un cucchiaio.

Domenica
Appena svegli: un bicchiere grande di acqua.
Colazione della mattina: caffè, caffè d’orzo o tè, una tazza di latte scremato o uno yogurt magro
4 biscotti secchi integrali, una tazza di fragole o di frutti di bosco
Spuntino a metà mattina(si può scambiare con quello del pomeriggio): una spremuta di agrumi (arance o pompelmo).
Pranzo: prima del pasto un bicchiere grande di acqua, misto di farro (70 gr), fagiolini e uova
olio extravergine di oliva un cucchiaio.
Spuntino a metà pomeriggio: un frutto di stagione.
Cena: prima del pasto un bicchiere grande di acqua, una pizza margherita al piatto, insalata mista, olio extravergine di oliva un cucchiaio.

Lavori Domestici

Come Pulire il Forno con Rimedi Naturali

Pulire il forno è faticosissimo e per questo motivo non lo facciamo ogni volta che lo usiamo.
In questo modo, schizzi e residui di cottura si incrostano sempre di più fino a rendere la pulizia davvero impossibile.

Un rimedio davvero semplice consiste nell’utilizzare un foglio di alluminio, sia per pulirlo che per proteggerlo. Infatti se volete mantenere la leccarda pulita, rendendola sempre disponibile per pizze, crostini o biscotti, avvolgetela in un foglio di alluminio e cambiatelo quando è sporco. Ma l’alluminio ci viene in aiuto anche per pulire tutto il forno, evitandoci la spesa e la tossicità dei prodotti specifici industriali, infatti è provato che le schiume e gli spray per la detersione del forno sono fra le sostanze più tossiche e inquinanti.
Ora togliete i ripiani del forno, accartocciate sommariamente un foglio di carta argentata per cucina e sfregatelo dappertutto, anche sulle griglie, insistendo sui punti critici come gli angoli e il portello di apertura tutto schizzato di unto, poi passate una spugnetta imbevuta di aceto per eliminare i residui di unto e cibo e rimetteteci le griglie pulite. Ecco che il forno splenderà come nuovo.

Se non avete la carta stagnola a portata di mano e se il forno è davvero in condizioni disastrose, potete ricorrere a un altro rimedio naturale per pulire e sgrassare il forno.
Fate una miscela di sale fino e aceto di vino bianco, mettetelo su una spugnetta pulita e strofinate su tutta la superficie. Lasciate agire qualche minuto poi pulite con un panno umido, levando tutti i residui. Il sale serve anche per assorbire eventuali liquidi caduti nel forno durante la cottura e poi rimuoverli.

L’ultimo rimedio piacerà soprattutto ai più pigri perché è il calore e il tempo ad attivare gli agenti detergenti che in questo caso sono semplicemente limone e bicarbonato di sodio, e mentre loro lavorano al posto vostro potete stare tranquillamente in panciolle per una mezz’oretta.
Prendete una teglia dai bordi alti e metteteci due tazze di acqua, il bicarbonato di sodio e il succo di quattro limoni. Infornate la teglia a temperatura bassa per circa mezz’ora per far sciogliere e colare tutto il grasso dalle pareti.
Spegnete il forno, fatelo appena intiepidire e inzuppate un panno nella miscela rimasta e continuate la pulizia. Per sgrassare il vostro forno ancora più a fondo, se sono rimaste delle incrostazioni visibili, strofinate le due metà di un limone direttamente sulle pareti del forno tiepido e poi passateci una spugnetta umida per sciacquare.

Lavori Domestici

Come Cuocere Cavoli Senza Odori

In questa guida spieghiamo come contrastare l’odore dei cavoli.

Come Cuocere Cavoli Senza Odori

Cavolfiori e cavoli non solo sono buonissimi ma hanno anche un altissimo valore nutritivo e sono gli ingredienti principali di tanti gustosi e confortanti piatti invernali, ma l’odore sgradevole che si spande per l’aria, spesso ci fa rinunciare a queste delizie dell’orto invernale. Per contrastare il cattivo odore, mettete due noci intere nell’acqua di cottura. Un altro metodo consiste nel bollire delle foglie di alloro insieme ai cavoli. Questo rimedio della nonna contro l’olezzo persistente che sprigionano i cavoli durante la cottura, si aggiunge ad altri rimedi più o meno efficaci. Provateli tutti e decidete quello che preferite.

Infatti per contrastare il cattivo odore si può mettere una foglia di alloro nell’acqua di cottura oppure mettere una fetta di pane inzuppato nell’aceto sul coperchio, la cui mollica assorbirà gli odori, o ancora, tuffare nell’acqua di cottura una patata sbucciata. Inoltre, per assorbire l’odore pungente del cavolfiore ed evitare che questo annerisca, provate ad aggiungere all’acqua di cottura un bicchiere con poco latte. Ne guadagnerà anche in sapore.

Come Togliere l’Odore di Cavolo Cotto dalla Casa

L’odore di cavolo cotto può persistere in casa dopo la cottura. Ecco alcuni suggerimenti su come eliminarlo o ridurlo:

Ventilazione: Il primo passo è sempre assicurarsi che la casa sia ben ventilata. Durante e dopo la cottura, apri le finestre, accendi il ventilatore del forno o utilizza un ventilatore elettrico per aiutare a disperdere l’odore.

Aceto bianco: L’aceto bianco è un ottimo deodorante naturale. Metti una ciotola di aceto bianco nella cucina per assorbire l’odore. Un’altra opzione è far bollire una pentola d’acqua con un po’ di aceto.

Limone: Il limone può aiutare a neutralizzare l’odore del cavolo. Puoi far bollire alcune fette di limone in una pentola d’acqua o semplicemente spremere il succo di un limone in una pentola d’acqua e farla bollire.

Bicarbonato di sodio: Il bicarbonato di sodio è un altro rimedio naturale per assorbire gli odori. Metti un po’ di bicarbonato di sodio in ciotole e posizionale in giro per la cucina e nelle altre stanze interessate.

Caffè: Il caffè ha proprietà naturali che assorbono gli odori. Metti del caffè macinato (non usato) in una ciotola o in un barattolo aperto e lascialo nella cucina.

Candele profumate o oli essenziali: Le candele profumate o gli oli essenziali possono anche aiutare a coprire e neutralizzare l’odore del cavolo cotto. Scegli un profumo che ti piace e accendi la candela o utilizza un diffusore di oli essenziali.

Pulizia: Pulisci la cucina dopo aver cucinato. Lavare i piatti, pulire le superfici di cottura e cambiare o pulire i filtri del cappa può aiutare a ridurre l’odore del cavolo cotto.

Ricorda, il modo migliore per gestire l’odore del cavolo è prevenire la sua formazione in primo luogo.

Fai da Te

Come Smaltare Vasca da Bagno

Un accessorio classico da inserire in un bagno di stile è senza dubbio la vasca da bagno stile anni venti. Lo smalto delle vasche è soggetto come ogni cosa ad usura e dato che rifare il bagno è decisamente costoso potete recuperare la vasca rinnovando semplicemente lo smalto. I costi e il tempo da dedicare di circa due o tre ore, sono facilmente sostenibili.

Come scegliere lo smalto per smaltare la vasca da bagno

Scegliere lo smalto giusto per rinnovare la tua vasca da bagno può essere un compito impegnativo. Ecco alcuni consigli utili per prendere la decisione giusta:

Tipo di smalto: Ci sono vari tipi di smalti disponibili sul mercato, compresi quelli a base di resina epossidica, uretanica o acrilica. Gli smalti a base di resina epossidica sono generalmente i più duraturi e resistenti all’usura, ma possono essere più difficili da applicare correttamente. Gli smalti a base di uretano o acrilico tendono ad essere più facili da utilizzare e possono offrire un aspetto più lucido, ma potrebbero non durare a lungo quanto quelli epossidici.

Colore: La maggior parte delle persone sceglie un colore bianco o crema per la loro vasca da bagno per mantenere un aspetto classico e pulito. Tuttavia, non esiste una regola fissa e puoi scegliere qualsiasi colore che si adatta al design del tuo bagno.

Compatibilità: Assicurati che lo smalto che scegli sia compatibile con il materiale della tua vasca da bagno. Alcuni smalti potrebbero non aderire bene a certi materiali.

Qualità: Cerca smalti di alta qualità per garantire un risultato duraturo. Gli smalti più economici potrebbero sembrare un buon affare, ma potrebbero non durare a lungo e potresti finire per dover ripetere il lavoro in futuro.

Come smaltare la vasca

La prima fase per smaltare la vostra vasca prevede la pulizia e la carteggiatura. Queste operazioni sono molto importanti perchè la vasca deve essere perfettamente pulita. Con una paglietta metallica passate l’anticalcare, risciacquate e pulite la vasca con il detergente. Risciacquate nuovamente ed asciugate con un panno o un asciugamani. Aspettate che la vasca sia del tutto ben asciutta.

Passate ora alla carteggiatura di tutta la superficie. Una volta finito questo passaggio risciacquate e passate il panno cattura polvere per eliminare definitivamente gli eventuali residui. La fase due riguarda la verniciatura. Con dello scotch di carta coprite bene tutte le parti vicine alla vasca che non dovranno essere verniciate. Miscelate in un barattolo a perdere le due componenti della vernice.

Verniciate le parti ampie in verticale ed il fondo della vasca con il rullo a pelo corto mentre per i bordi e le zone attorno ai rubinetti utilizzate il pennello. Ricordate che il pennello deve essere di larghezza media e ottima qualità per evitare la perdita di pelucchi che rimarrebbero attaccati alla vasca. Questo vi permetterà una maggiore precisione. Lasciate asciugare per ventiquattro ore. La vasca asciutta sarà a prova d’acqua e nuovamente lucida.

Lavori Domestici

Come Cuocere Verdure al Vapore

Cucinando a vapore le verdure, il colore, la consistenza e il gusto si conservano meglio, così come il valore nutrizionale della verdura.

Piuttosto che comprare una pentola per cottura a vapore, ci sono due modi principali per cuocere a vapore la verdura, cioè sui fornelli e nel microonde. Entrambi i metodi sono veloci e facili e i risultati sono generalmente uguali. Ma per ogni verdura, ci sono delle variazioni, come il tempo di cottura. Non serve un equipaggiamento speciale. Tutti hanno una pentola, un coperchio e uno scolapasta in cucina, ed è questo tutto ciò di cui si ha bisogno per cucinare sui fornelli. Per la cottura a microonde, si usa un contenitore per microonde.

Come regola generale, quando su cuoce a vapore sui fornelli, si ha bisogno di una pentola e un cestello o uno scolapasta che entri nella pentola. Riempire la pentola con abbastanza acqua in modo che raggiunga a malapena la parte bassa dello scolapasta (o cestello). Una volta che l’acqua bolle, aggiungere le verdure e coprire con un coperchio. Se il tuo coperchio copre troppo il cestello, posizionalo in modo che una parte sia spostata, in modo che il vapore possa uscire.
Quando si cuoce a vapore nel microonde, il metodo è solitamente lo stesso. Mettere le verdure in un contenitore per microonde, aggiungere acqua in quantità giusta. Coprire il contenitore con della pellicola per alimenti, lasciando un angolo aperto per lasciar uscire il vapore.

Tutte le verdure hanno tempi di cottura diversi a seconda della loro misura e della consistenza.
-Asparagi: sul fornello, gli asparagi devono essere cotti per circa 4 minuti se sono sottili. Aggiungi un minuto in più se sono spessi. Nel microonde, è lo stesso più o meno: 4-6 minuti.
-Broccoli: sul fornello circa 5 minuti. Quando sono cotti il colore sarà verde scuro. Nel microonde, lascia cuocere per 3-5 minuti.
-Cavoletti di Bruxelles: sul fornello, circa 10 minuti. Nel microonde cuociono più velocemente, in circa 7 minuti.
-Carote: le carote tagliate a fettine impiegano circa 6-8 minuti. Nel microonde, circa 5 minuti.
-Cavolfiore: sul fornello circa 6 minuti. Nel microonde, da 3 a 4 minuti.
-Fagiolini: cuoci per circa 5 minuti. Nel microonde, da 3 a 4 minuti.
-Piselli: sul fornello circa 3 minuti. Nel microonde, 1-2 minuti.
-Zucchine: sul fornello, da 6 a 7 minuti. Nel microonde, 6-8 minuti.

Cuocere al vapore è quindi molto semplice.

Lavori Domestici

Come Friggere Senza Cattivi Odori

Quando ci concediamo una buona frittura l’inconveniente più evidente è l’odore che impregna vestiti, capelli e tutta la casa. E non basta aprire le finestre, quel puzzo sembra penetrare in tutte le stanze e restare per parecchio tempo, anche dopo aver gustato la nostra frittura. Ci sono molti metodi contro l’odore di fritto comunque, se volete proteggere i capelli la cosa migliore è indossare una cuffietta. Provate anche ad aggiungere una fettina di mela nell’olio a freddo, dopo averci tolto i semi, aiuta a prevenire l’odore e inoltre vi aiuterà, col suo sfrigolare, a capire quando l’olio avrà raggiunto la giusta temperatura per la frittura.

Come friggere senza cattivi odori

Un’altra soluzione, soprattutto se avete intenzione di cimentarvi in un fritto di pesce, è quella di mettere a bollire acqua e aceto in un pentolino vicino alla pentola in cui state friggendo. Annienterà gli odori.

Se però non gradite l’odore dell’aceto, potete far bollire l’acqua con dei chiodi di garofano. Il vapore generato annullerà il puzzo di fritto.

Se avete intenzioni battagliere e prevedete di friggere molto, provate a spremere mezzo limone nell’olio di frittura e poi tuffatelo con la buccia. Donerà un aroma fresco molto piacevole al fritto ed eliminerà gli odori.

Un altro rimedio della consiste nell’aggiungere del prezzemolo nell’olio per friggere e una volta finita la frittura mettere subito a bollire un pentolino con acqua, chiodi di garofano e alloro.

Come togliere l’odore di fritto

L’odore di fritto può persistere in casa dopo aver cucinato. Ecco alcuni suggerimenti per eliminare o ridurre questo odore:

Ventilazione: Durante e dopo la cottura, assicurati che la tua cucina sia ben ventilata. Apri le finestre, accendi il ventilatore del forno o utilizza un ventilatore elettrico per aiutare a disperdere l’odore.

Aceto bianco: Fai bollire una pentola di aceto bianco. L’aceto aiuta a neutralizzare gli odori, compreso quello del fritto.

Limone: Un altro trucco consiste nell’utilizzare il limone, noto per le sue proprietà deodoranti. Puoi far bollire alcune fette di limone in una pentola d’acqua o semplicemente spremere il succo di un limone in una pentola d’acqua e farla bollire.

Caffè: Il caffè ha proprietà naturali che assorbono gli odori. Metti del caffè macinato (non usato) in una ciotola o in un barattolo aperto e lascialo nella cucina.

Bicarbonato di sodio: Il bicarbonato di sodio è un altro rimedio naturale per assorbire gli odori. Metti un po’ di bicarbonato di sodio in ciotole e posizionale in giro per la cucina e nelle altre stanze interessate.

Candele profumate o oli essenziali: Le candele profumate o gli oli essenziali possono anche aiutare a coprire e neutralizzare l’odore del fritto. Scegli un profumo che ti piace e accendi la candela o utilizza un diffusore di oli essenziali.

Pulizia: Infine, pulisci la cucina dopo aver cucinato. Lavare i piatti, pulire le superfici di cottura e cambiare o pulire i filtri del cappa aiuta a ridurre l’odore del fritto.

Ricorda che la prevenzione è il modo migliore per evitare che l’odore del fritto persista. Durante la frittura, cerca di usare un coperchio per il tegame e di minimizzare gli schizzi di olio.

Casa

Come Arredare il Bagno

Il bagno è forse l’ambiente della casa cui si sono sempre dedicate meno attenzioni.
Eppure, con pochi accorgimenti e un pizzico di buon gusto, anche questa stanza può assumere un valore nuovo.
Vi presento una breve, ma completa rassegna di tutto ciò che può servire in un bagno moderno ed efficiente, dai piccoli accessori alla biancheria.
La scelta accurata di essi, con particolare riferimento agli accostamenti dei colori e alla perfezione delle forme, darà oltretutto un tocco di vera eleganza a ogni bagno.
Per ognuno di essi vi sono vari modelli che saranno scelti in rapporto alla struttura e all’arredamento del bagno.

I materiali più usati sono la plastica e l’acciaio inossidabile, a questi si può aggiungere il legno laccato e il cristallo.
Ecco un elenco di quelli indispensabili o comunque più frequenti:
– l’anello
– il portasapone la mensola
– il portasciugamani ad asta
– il portascopini
– il portacarta
– il portabicchiere.
Risulta essere chiaro che la disponibilità di ogni accessorio in uno piuttosto che in un altro materiale provocherà notevoli variazioni di prezzo.
Alcuni sono muniti di un ripiano per appoggiarvi gli oggetti di uso quotidiano.
Gli armadietti posti sopra il lavandino hanno sempre incorporato lo specchio e servono per riporre tutto quello che può occorrere in un bagno: creme, cosmetici, dentifrici, saponi ecc.
L’armadietto, ovviamente essenziale in un bagno, si può trovare in varie grandezze e la sua scelta dipende anche dalle misure della stanza da bagno.
Alcuni modelli hanno lo specchio anche internamente, oltre che esternamente, e l’interno è normalmente diviso in mensole.

In commercio ve ne sono di vari materiali: plastica, legno, cristallo e metallo.
I modelli in plastica sono molto economici, quelli realizzati in metallo cromato e cristallo hanno prezzi decisamente superiori.
Vi sono anche mobiletti pensili in legno laccato la cui antina ha forma di persiana.

Per chi ha un bagno spazioso esistono poi mobiletti da bagno componibili forniti di cassetti e portabiancheria con cestello inserito nel mobile, oltre ai soliti elementi con ripiani per riporre la biancheria.
Vi sono anche piccoli mobiletti da bagno, di varie fogge, di forma rotonda o rettangolare, con scomparti per contenere gli attrezzi per la pulizia delle scarpe (spazzole e lucido) e muniti di un poggiapiede; il loro costo è relativamente basso.

L’asciugacapelli tradizionale o fon è essenzialmente costituito da un ventilatore, azionato da un motorino elettrico che aspira da una parte aria fredda e la ributta riscaldata dall’altra.
Il riscaldamento dell’aria avviene mediante una resistenza simile a quella che si trova nelle stufette elettriche.
Motorino e resistenza sono contenuti in un involucro di metallo, di plastica o di entrambi i materiali.
I modelli oggi in commercio sono molto vari: da quelli più comuni con l’aria che fuoriesce da un condotto cilindrico a quelli piccolissimi che stanno in una mano e nei quali l’aria esce attraverso una serie di aperture.
Ci sono poi asciugacapelli dotati di pettini o spazzole in corrispondenza dei fori d’uscita dell’aria, che permettono una messa in piega senza bigodini.
Il flusso d’aria provocato dal ventilatore deve essere sufficientemente potente e veloce.
Un buon asciugacapelli deve essere perfettamente isolato dal punto di vista elettrico perché lo si usa in ambienti saturi di umidità, deve essere maneggevole, leggero (350-750 g circa), deve avere un cordone lungo (almeno due metri), un interruttore a più posizioni (spento, aria calda, aria fredda)
La temperatura deve essere regolata da termostato per non diventare troppo elevata.

Esistono poi in commercio i caschi asciugacapelli di uso casalingo, simili a quelli dei parrucchieri.
Se di plastica gonfiabile occupano pochissimo posto, se di plastica rigida antiurrto occupano il posto di una cappelliera.
In relazione agli asciugacapelli tradizionali, sono molto più costosi.
Sono comodi perché permettono una asciugatura alquanto omogenea dei capelli, la regolazione della temperatura e lasciano le mani libere per dedicarsi a qualsiasi altra attività.

Indico il minimo indispensabile per una famiglia da due a quattro persone:
– 12 asciugamani in cotone, lino o spugna
– 12 lavette
– 4 lenzuola da bagno, preferibilmente in spugna o in tessuto di cotone a nido d’ape.
– Un numero variabile di accappatoi secondo l’uso (escluisivamente per il bagno o anche come vestaglia).
La spugna è molto usata in tutta la biancheria da bagno: essa è normalmente spugna di cotone ritorto, idrofila cimata, che asciuga perfettamente e non è pesante.
I colori sono molto vivi e i disegni molto vari: si va dallo scozzese ai disegni geometrici e fantasia.
Ci sono anche asciugamani in lino e cotone; i primi sono più cari, ma hanno il pregio di essere morbidi, leggeri e di asciugare particolarmente bene.
Meno essenziali, ma sempre utili in una casa sono gli scendibagno, i copriasse e i tappetini da bagno, in morbida spugna di cotone o in soffici tessuti sintetici, di aspetto simile a quello della moquette.

Il pesapersone è oramai diventato il chiodo fisso di molte persone: il numero dei modelli in commercio testimonia la quantità delle richieste. Il consiglio è quello di preferire la bilancia elettronica a quella meccanica, visto che è più precisa.
Alcuni tipi permettono di fissare, mediante un indicatore di plastica o di metallo, il peso raggiunto, per verificare periodicamente con maggior comodità l’oscillazione.
Sono di plastica, di forma squadrata o arrotondata, con il posapiedi in polistirene o coperto da un tappetino sintetico intercambiabile.
Un vetro ingranditore permette di leggere con relativa facilità i numeri indicati.
Per chi avesse grossi problemi di vista, ricordiamo che esistono modelli che hanno l’indicatore ad altezza d’uomo, poggiato su uno stelo di metallo.
Questi ultimi modelli hanno però l’inconveniente di essere molto più ingombranti; il loro prezzo rispetto agli altri tipi, è decisamente più elevato.
Un recentissimo tipo di bilancia « ottica » per persone che ci vedono poco ha un quadrante che proietta addirittura la scritta del peso sulla parete o sul soffitto, opportunamente ingrandita.

Se non c’è un impianto centrale di acqua calda è necessario installare nel bagno (o in cucina, a seconda della comodità e dello spazio fruibile) uno scalda-acqua.
Può essere a gas o elettrico.
L’apparecchio a gas è meno caro, più veloce e comodo per il funzionamento; basta l’accensione perché scenda immediatamente acqua calda.
Si compone di un termostato e di dispositivi di sicurezza per quanto riguarda l’accensione e il flusso dell’acqua.
È costruito in modo che il flusso di acqua fredda, immesso durante l’uso, non abbassi mai la temperatura dell’acqua calda già pronta.

Lo scaldabagno elettrico invece necessita di un lasso di tempo prima che eroghi acqua calda.
Per esempio uno scaldabagno da 30 l impiega mezz’ora a riscaldare l’acqua a 70° c, e uno da 50 l circa un’ora.
Per scegliere un apparecchio si deve anche tenere conto della quantità d’acqua calda che viene consumata giornalmente.
Riporto qui uno schema approssimativo dei consumi giornalieri di acqua calda per persona:
-cucina: 10 l
-bagno: 8 l
-doccia: 10 l
-bucato: 10 l per kg di biancheria asciutta.

Vi do ora alcuni piccoli suggerimenti che riusciranno particolarmente utili per un uso sicuro dello scaldabagno elettrico:
– gli scaldabagni elettrici (boiler) hanno bisogno di un ter¬mostato regolato in modo che la temperatura dell’acqua non superi i 70° c.
– quando si fa il bagno, è bene entrare nella vasca già piena, dopo aver chiuso i rubinetti e staccato l’interruttore dello scaldabagno.
– Sotto la doccia o nella vasca non si deve venire a contatto con nessun apparecchio elettrico.
– se dallo scaldabagno esce del vapore o dell’acqua, bisogna aprire i rubinetti dell’acqua calda per diminuire la pressione e spegnere l’apparecchio.

Per evitare pericolose cadute sul bagnato, ci sono in commercio strisce antisdrucciolevoli che si applicano con facilità sul fondo asciutto della vasca da bagno e della doccia.
Una volta effettuata l’applicazione, è necessario evitare di adoperare la vasca o la doccia per un periodo di almeno dodici ore.
Per questo scopo ci sono inoltre dei tappetini di gomma che si mettono sul fondo della vasca o sul piatto della doccia e che sono forse più pratici perché permettono una più agevole e completa manutenzione.

Fai da Te

Come Riparare Foro nel Cartongesso

I fori nel cartongesso sono provocati da danni fisici o dal distacco di un elemento fissato sulla parete. Se il foro supera 87 mm di larghezza, richiede una riparazione con cartongesso. Prima di effettuare il lavoro, localizzate i montanti verticali (listelli di legno) su entrambi i lati della zona danneggiata. Per individuarli battete sul cartongesso fino a quando non sentite un suono sordo o utilizzate un apposito rilevatore.

Occorrente

Attrezzatura necessaria:
Gattuccio o coltello da cartongesso
Livella a bolla d’aria
Matita
Martello
Sega a denti fini
Punzone per chiodi
Spatola flessibile
Blocchetto per levigare
Carta abrasiva a grana fine

Materiali
Listello di legno da 50 mm x 25 mm
Chiodi a testa ovale
Chiodi galvanizzati per cartongesso
Cartongesso

Procedimento

Con un gattuccio o un coltello per cartongesso, tagliate la zona danneggiata a livello del bordo del montante; poi allargatela di 25 mm verso il centro del montante (usate una livella a bolla per tracciare una linea verticale sull’elemento). Ripetete l’operazione sull’altro lato dell’area danneggiata. Tagliate anche i bordi superiore e inferiore per creare un’apertura rettangolare.

Usate la livella a bolla per tracciare linee guida orizzontali, che devono terminare oltre la zona danneggiata. Per poter fissare i bordi superiore e inferiore del cartongesso, inchiodate tra i montanti listelli di legno da 50 mm x 25 mm, servendovi di chiodi a testa ovale. Sistemate i chiodi ad angolo di 45°, inserendoli attraverso i listelli e nei montanti. Con una sega a denti fini, tagliate un pezzo di cartongesso della giusta misura.

Tenendo il lato grigio girato verso l’esterno, fissatelo con chiodi galvanizzati piantati a 12 mm dal bordo (in modo da assicurarli ai montanti retrostanti), a intervalli di 150 mm. Fateli penetrare sotto la superficie con un punzone. Levigate con cura i bordi prima di riempire le giunture con stucco a base di cellulosa. Usate la spatola per rimuovere lo stucco in eccesso e, quando è asciutta, levigate la superficie per ottenere una finitura liscia.