Sport

Come si Esegue lo Smash a Tennis

Lo ‘smash’ o schiacciata è uno dei colpi più “appetitosi” del tennis e, di conseguenza, uno dei più rischiosi. A vederlo sembra un colpo abbastanza facile ma nella realtà non è così, perché dipende da molti fattori che rendono il risultato alquanto imprevedibile. Ed è anche per questo che è considerato un colpo spettacolare.

La meccanica è molto simile a quella del servizio, quindi un buon giocatore di solito mette lo ‘smash’ tra i suoi colpi preferiti.

Lo smash è il colpo più conclusivo del tennis, è molto offensivo e variabilmente rischioso. Normalmente viene utilizzato come difesa ad un attacco ma sono molti i giocatori che, con un pizzico di aggressività in più, cercano il punto proprio con questo tiro. Perché è un tiro che alla fine tende più a premiare che non a penalizzare.

La teoria di questo colpo è molto più facile della pratica, visto che è molto simile a quella del servizio. In entrambe i casi, infatti, i giocatori normalmente prediligono l’impugnatura Continental, anche se ce ne sono alcuni che impugnano le loro racchette da tennis con il ‘drive’, almeno provvisoriamente.

Il primo punto chiave per effettuare una buona schiacciata è la posizione. Una volta che l’avversario effettua il tiro, è il momento di indovinare la traiettoria della pallina e trovare quindi la posizione d’impatto ideale. Una volta in posizione, la mano sinistra (o destra se si è mancini) segnala la caduta della pallina, mentre la mano destra rimane in attesa dietro la testa.

Quando il giocatore ha la palla sopra la testa, deve colpirla quando essa si trova ancora in avanti rispetto al suo corpo, con il braccio destro teso al massimo e molta accelerazione di polso. Infine, il braccio che colpisce deve abbassarsi verso il lato opposto, proprio come nel servizio.

Il risultato sarà un colpo fortissimo difficile da contrastare, anche se a volte causa errori irreparabili nella misurazione: contro la rete o dieci metri oltre la linea di fondo. Per ridurre i rischi, i giocatore più talentuosi puntano a volte su schiacciate più ‘sfiorate’, utilizzando un liftato o topspin.

Un’altra variante può essere lo smash di rovescio, un tiro particolarmente complicato ma tremendamente efficace impiegato sia come tattica difensiva che di contrattacco.

A volte è meglio essere più calcolatori. Indietreggiare e restituire un colpo da fondo possono evitare di commettere gravi errori che potrebbero minare il morale di un giocatore e compromettere quindi l’intera partita.

Sport

Come si Migliora il Servizio a Tennis

L’importanza del servizio nel tennis è evidente, anche se spesso viene messo sotto accusa. Si tratta di un colpo primordiale, decisivo nella maggior parte delle partite di tennis, sia tra i professionisti che tra i dilettanti. Ed è anche il più complesso.

Tenere il servizio garantisce un gioco, almeno, la disputa di morte improvvisa. Solo la terra battuta può mettere in dubbio la sua importanza, in quanto l’argilla rallenta i colpi più potenti, ma permette comunque un buon servizio.

Non tutto è potenza, anche se un giocatore dotato di questa caratteristica può accaparrarsi moltissimi punti “gratis” durante una partita. Nel corso della storia, sono molti i giocatori che si sono specializzati nel servizio.

Alcuni, come Pete Sampras, hanno saputo elevare tale colpo alla perfezione assoluta. In questo modo, partita dopo partita, l’ex numero uno ha guadagnato decine e decine di punti a suo favore, vincendo di conseguenza numerosissimi titoli professionali.

Gran parte del suo successo sta nel talento del giocatore, anche se allenamenti coscienziosi e prolungati affinano la tecnica del servizio portando al raggiungimento di ottimi risultati.

La meccanica della battuta può essere suddivisa in più fasi. In primo luogo, posizionamento ed equilibrio. Poi, il lancio della pallina che precede l’impatto e la terminazione.

Prima di eseguire un servizio, ci si deve posizionare oltre la linea di fondo, mettere in avanti il piede opposto al braccio con cui si tira e l’altro parallelo alla linea, per sostenere il peso del corpo. E’ arrivato quindi il momento di scegliere la direzione e il tipo di colpo (piatto, slice, Kick).

Il momento del lancio della pallina è il più complesso, in quanto richiede un gioco di coordinazione quasi perfetto. Una mano lancia la palla in alto, mentre l’altra solleva la racchetta da tennis per colpirla in perfetta sincronia. Quando il gomito arriva all’altezza delle spalle, una leggerissima pausa precede l’impatto, mentre il peso del corpo avanza verso il piede messo in posizione anteriore. Tutto in un secondo.

Logicamente, dovendo la palla superare la rete, l’impatto dovrebbe avvenire sempre al di sopra la testa e con il braccio ancora perfettamente allungato. Infine, il braccio che ha tirato la palla viene flesso verso lo stomaco, mentre l’altro va intorno alla vita.

Con un po’ di tempo e perseveranza, un giocatore di livello medio-basso noterà un sensibile miglioramento nel suo servizio. Ora prenota un campetto, mettiti le scarpe da tennis, riscaldati e prova tutti i passaggi.

Sport

Come Eseguire il Colpo del Dritto a Tennis

Il ‘diritto’ è il colpo più intuitivo del tennis e, di conseguenza, il più facile da assimilare un po’ per tutti. Giocatori professionisti e dilettanti sfoggiano (a volte eccessivamente) il loro diritto a scapito del rovescio.

Tuttavia, ci sono ormai diverse sfumature di questo tiro che ne aumentano la difficoltà: dritto corto, piatto o liftato. Hanno tutti il loro perché, anche se il corto si utilizza sempre meno e viene ormai utilizzato solo come ultima speranza in fase di difesa.

Il liftato, invece, ha avuto sempre più fama. Bisogna colpire la palla dal basso e accelerare mantenendo la racchetta bloccata. Così facendo, le palle prendono effetto, peso ed altezza a fondo campo. E il gioco si fa particolarmente difficile per qualsiasi avversario.

Il piatto infine è molto più diffuso. Presuppone una predisposizione ben chiara per il gioco diretto e veloce. Senza remore o scambi prolungati. Il colpo piatto implica più rischi rispetto al liftato, perché la palla ha meno spazio sulla rete.

Avere un buon diritto non ne garantisce il successo, visto che è un requisito abbastanza comune. Il ‘diritto’ è alla base del tennis ma sono il servizio ed il rovescio a definire il livello effettivo di un giocatore.

Tuttavia, con un buon equilibrio nel repertorio, il ‘diritto’ è il modo più comune per fare punti. La strada dritta per la vittoria. Tutti i giocatori del mondo collezionano ‘winners’ grazie ai loro dritti, associando sportivamente concetti diversi come potenza e precisione.

Tuttavia, questo colpo è un’arma a doppio taglio. La fiducia è spesso fuorviante e converte il diritto in un tunnel fitto di errori. Prende tanto quanto dà, o anche di più, se le nostre condizioni psicologiche sono piuttosto deboli.

In ogni caso, l’esito di un diritto dipende sempre da come lo si accompagna. Insieme ad un rovescio preciso, ci starà sicuramente meglio. Dopo un servizio potente, sarà più decisivo. Per quanto si possa credere che sia il miglior colpo, non può fare tutto da solo.

Casa

Come Arredare la Camera di un Bambino

Arredare la stanza di un bambino è una delle cose più divertenti che ci siano. Le nostre case infatti rispecchiano molto il nostro essere adulti, la personalità che ci siamo costruiti, i nostri gusti e il nostro stile.

Ma quando arrediamo la stanza di un bambino non lo facciamo solo con il cervello, entra in gioco anche la nostra componente bambina, quella che ci fa pensare sia alla praticità sia all’allegria di svegliarsi ogni giorno in uno spazio “su misura“, creativo e colorato.

È bello (e doveroso) a volte dimenticarci la parte più razionale di noi stessi e scendere i gradini dell’età per ritrovarci a guardare il mondo con gli occhi di un bambino, e l’arredamento della loro camera è un ottimo modo per iniziare a sviluppare questa capacità così importante per rapportarci ai nostri figli. Vogliamo chiamarla empatia? Bene, oggi cercheremo di unire la praticità dell’organizzazione di una stanza con l’empatia dell’arredamento nei confronti dei piccoli di casa!

Un tappeto
A meno che i vostri figli non siano allergici agli acari e alla povere, un tappeto è un must in ogni stanza dei bambini.
Se il pavimento è freddo (in ceramica o marmo ad esempio) li aiuterà a limitare il trauma dello scendere dal letto la mattina, ma anche a giocare per terra senza rischiare un raffreddore.
Se il pavimento è in un materiale caldo come il legno sarà comunque uno strumento utile perché sedersi sul morbido è sempre più comodo, ma anche perché in caso di incontrollabili attacchi artistici i colori andranno a sporcare il tappeto e non il pavimento con grande vantaggio nel pulire gli eccessi creativi.

L’angolo del disegno
Ma in generale possiamo parlare di un angolo dedicato alla creatività. Avere uno spazio di questo genere nella propria stanza è una magia per ogni bambino che potrà dedicarsi alle sue opere preferite in tutto tranquillità è concentrazione.
I piccoli sono eccezionali nel dedicare tutta la propria attenzione a una specifica attività manuale o creativa, ma hanno bisogno di spazi dedicati e di rispetto per l’importanza di questi momenti che saranno fondamentali nel loro percorso di sviluppo.
Dedichiamo quindi alcune mensoline e dei contenitori colorati e facili da spostare ai materiali da disegno, paste modellabili, colle, ritagli di carta, ecc… così da facilitare la loro autonomia nel gestire un tipo di lavoro così personale.

Mobili contenitori
I bambini hanno sempre moltissimi giochi a cui con il tempo si aggiungeranno anche i materiali scolastici, quindi diventa fondamentale dotare la loro stanza anche di contenitori che aiutino a tenere in ordine.
Se abituiamo i nostri figli a tenere per bene le loro cose fin da piccoli, sarà più facile ottenere collaborazione anche su tutto il resto della gestione domestica perché avranno imparato che l’ordine quotidiano è più semplice del dover recuperare un caos ormai incontrollato.
Se sceglieremo inoltre soluzioni modulari sarà possibile adattare la stanza alla loro crescita.
Se guardate asili e scuole dell’infanzia cosa vedete? Piccoli tavolini, seggioline a misura di bimbo, armadietti che possano aprire da soli con piccole grucce per piccole mani.
Perché non pensare a queste cose anche nell’arredare la loro stanza? Letti su cui possano salire facilmente, cassetti dell’armadio facilmente raggiungibili, tavoli e sedie su cui possano stare senza aiuto e sorveglianza degli adulti sono solo alcuni degli esempi di quanto possa essere facile rendere una stanza rispettosa delle loro possibilità e, soprattutto, misure.

Luce
Gli ambienti dove vivono i bambini dovrebbe essere molto luminoso se vogliamo che diventi di più di un posto in cui dormire.
Voi passereste le vostre giornate in un luogo buio e cupo? Non penso proprio. Quindi cerchiamo di creare spazi luminosi per i nostri bambini, giocando con colori chiari (i pastello sono i migliori) e con gli specchi che ampliano otticamente la stanza e riflettono la luce dandole respiro.
Altro elemento che può essere utile è l’umidificatore, che permette di mantenere il livello di umidità nella stanza a livelli corretti e che spesso integra elementi luminosi.

Infine, la magia
L’ultimo punto da non dimenticare è la magia. La stanza di un bambino ha bisogno di elementi magici, un po’ pazzi.
Un volo di farfalle dipinto sul muro o attaccato a stickers su un armadio, uno specchio di forme strane, un quadro che sappia di fiabe, tutte queste cose aiuteranno i bimbi a crescere senza perdere di vista la meraviglia e la magia che ogni bambino dovrebbe avere.

Consumatori

Come si Mangiano i Semi di Chia

I semi di chia (salvia ispanica) sono prodotti da una pianta sud-americana della famiglia delle Lamiaceae e costituivano l’ alimentazione base dei popoli pre colombiani e sud americani in generale, solitamente mescolati con il mais o l’ amaranto. Questi semi hanno degli aspetti molto positivi sulla salute, ma nonostante questo, essi sono stati introdotti nel mercato europeo solo a partire dall’ anno 2009.

Come consumare semi di chia

Questi semi, privi di glutine e pertanto indicati anche per gli individui che soffrono di celeachia, sono ricchi di acidi grassi (basti pensare che il 20% di questi ne è costituito), pertanto hanno un ottimo effetto protettivo per le malattie cardio-vascolari. I semi di chia sono altresì ricchi di calcio, anche più del latte, pertanto sono particolarmente consigliati per la prevenzione e cura dell’ osteoporosi. Ricchi di antiossidanti ed amminoacidi utili alla formazione delle proteine, sono ottimali anche per la dieta vegetariana e per contrastare l’invecchiamento, azione quest’ ultima, supportata anche dall’ alto contenuto di vitamine e sali minerali.

Degno di nota è anche l’ alto contenuto di fibre, utili alla regolarità intestinale ed a contrastare i senso di fame, questi semi infatti, pare che siano un valido aiuto per le diete dimagranti, anche perchè aiutano ad abbassare il livello degli zuccheri nel sangue. Come tutte le cose però è buona norma non esagerare, anche perchè 10 gr di semi di chia apportano 50 calorie e potrebbero anche abbassare troppo la pressione. Vediamo allora come mangiare i semi di chia.

Per consumare questi semi l’ ideale è l’ unirli ad alimenti umidi, in modo che si ammorbidiscano un poco, potreste ad esempio consumarli con dello yogurt, magari mescolati ad altri cereali, o ancora per guarnire dei piatti e/o delle insalate. Potreste anche preparare una torta alla ricotta, sia dolce che salata, con l’ aggiunta di questi preziosi semi. I semi di chia se lasciati in ammollo in acqua, gelificano e questa gelatina può essere utilizzata come stabilizzante o addensante in preparazioni sia dolci che salate.

Come conservare semi di chia

I semi di chia sono noti per la loro durabilità e longevità, ma ecco alcuni suggerimenti per conservarli nel modo migliore possibile

Contenitore ermetico: Conserva i semi di chia in un contenitore ermetico. I barattoli di vetro con coperchio a vite o i contenitori di plastica alimentare con coperchi a tenuta sono opzioni valide.

Ambiente fresco e asciutto: Assicurati di conservare i semi in un luogo fresco e asciutto. Evita di esporli a fonti di calore diretto o a molta luce solare. Un armadio della cucina lontano dalla stufa o dal forno è solitamente un buon posto.

Longevità: Se conservati correttamente, i semi di chia possono durare per anni senza perdere la loro potenza nutrizionale. Tuttavia, per assicurarti la freschezza, cerca di utilizzarli entro uno o due anni dall’acquisto.

Verifica la freschezza: Anche se i semi di chia sono notoriamente resistenti, è ancora una buona idea verificare la loro freschezza prima di utilizzarli. Se noti un odore insolito o se i semi sembrano umidi o appiccicosi, potrebbero essere andati a male e dovrebbero essere scartati.

Conservazione in frigorifero o congelatore: Se vivi in un clima particolarmente caldo e umido, potresti voler considerare la conservazione dei semi di chia in frigorifero o in congelatore per prolungare la loro durata.

Ricorda sempre che, nonostante la loro durabilità, i semi di chia, come tutti gli alimenti, possono andare a male. Segui questi suggerimenti per assicurarti di conservare i semi di chia nel modo migliore possibile.

Come piantare semi di chia

Piantare semi di chia è un processo piuttosto semplice che può essere svolto in casa o in giardino. Ecco come fare.

In casa

Preparazione dei semi: Metti i semi di chia in un contenitore e coprili con acqua. Lasciali ammollare per 24 ore. Noterai che i semi formano una sorta di gel attorno a loro stessi, questo è normale.

Preparazione del terreno: Prendi un vaso o un contenitore con buoni fori di drenaggio. Riempilo con del terriccio ben drenante, lasciando circa 2,5 cm dal bordo superiore.

Semina: Pianta i semi sulla superficie del terreno. Non hanno bisogno di essere piantati profondamente; possono essere semplicemente sparsi sulla superficie e pressati leggermente nel terreno.

Cura: Annaffia i semi delicatamente per evitare di disturbare il terreno. Successivamente, mantieni il terreno umido ma non inzuppato. Posiziona il contenitore in un luogo caldo e luminoso, ma non direttamente sotto la luce del sole.

Germinazione: I semi di chia di solito germinano in una o due settimane. Una volta che le piantine hanno sviluppato una serie di vere foglie, potrai trapiantarle all’aperto se il clima lo permette.

All’aperto

Preparazione del terreno: Il terreno dovrebbe essere ben drenato e arricchito con compost o fertilizzante organico. Rimuovi eventuali sassi o detriti e allenta il terreno con un rastrello o una forca da giardino.

Semina: Semina i semi di chia direttamente nel terreno, spargendoli sulla superficie e pressandoli leggermente nel terreno.

Cura: Annaffia i semi delicatamente dopo la semina. Mantieni il terreno umido ma non inzuppato. Assicurati che le piantine ricevano molta luce solare.

Crescita: Le piante di chia crescono meglio in pieno sole e preferiscono le temperature tra i 20 e i 25 gradi Celsius. Possono tollerare la siccità, ma cresceranno meglio se annaffiate regolarmente.

Ricorda che le piante di chia possono diventare piuttosto alte, fino a 1 metro, quindi assicurati di lasciare abbastanza spazio tra le piante quando le semini. Normalmente, una distanza di 30-40 cm dovrebbe essere sufficiente.

Sport

Come Allenarsi per il Salto in Alto

Il salto in alto è una disciplina che appartiene all’atletica leggera e negli ultimi anno ha conquistato sempre di più il suo spazio nei giochi olimpionici. Gli atleti che eseguono il salto in alto si allenano in modo intenso prima di effettuare l’esercizio. Vi è infatti una difficoltà elevata di coordinare tutti i movimenti della parte superiore del corpo con quella inferiore e allo stesso tempo impiegare la giusta quantità di forza ed energia per saltare l’asta.

Vediamo quindi come allenarsi per il salto in alto. Prima di tutto è molto importante fare degli esercizi che aiutino a migliorare durante la fase della rincorsa, la fase più importante in quanto aiuta l’atleta a saltare quanto più in alto possibile. L’esercizio dello slalom e quello del cambio di direzione sono gli ideali. Per allenarsi invece per uno stacco molto più veloce ed energico è importante fare una piccola corsetta con soli 4 o 5 appoggi per poi staccare il corpo ed allungarsi verso l’alto come se ci stessimo allungando verso l’alto per prendere qualcosa. Oppure molto interessante è quella al posto di saltare verso l’alto superare un ostacolo posto sulla traiettoria.

Per quanto riguarda la parte in volo con la conseguente caduta c’è bisogno di un tipo di allenamento diverso e molto più intenso. In questa fase è necessario allenare molto i dorsali che dovranno aiutare a disegnare una sorta di traiettoria curva che permette di superare il baricentro e l’asticella in modo molto agevole.

Durante gli esercizi di allenamento è necessario focalizzarsi su una propria tecnica di salto in alto cercando di migliorare sempre di più le proprie prestazioni. L’allenamento deve essere quotidiano e costante. Solo così si potrà raggiungere un risultato eccellente che vi permetterà di ottenere grandi soddisfazioni anche a livello agonistico.

 

Consumatori

Recensione Deumidificatore Duracraft DD-TEC10E

Il deumidificatore Duracraft DD-TEC10E è il prodotto che abbiamo avuto la possibilità di provare oggi e dobbiamo ammettere che non ha nulla da invidiare ai prodotti delle marche più blasonate in commercio. L’aspetto è molto semplice e spartano, non ha particolari fronzoli e rifiniture di pregio, tuttavia non è brutto da vedere anzi le sue forme squadrate e nette danno un senso di sicurezza e di professionalità.

Le dimensioni di questo deumidificazione sono nella media, infatti misura 32,5 cm x 22,5 cm x 48, paragonabile con i prodotti più diffusi, come è possibile vedere in questa guida su Deumidificatoreok.com, non è quindi molto ingombrante ed è molto semplice trovargli un posto all’interno di una stanza senza che ci intralci più di tanto.
Il peso anche è nella media, con i suoi 13 chilogrammi è molto semplice da spostare, grazie anche alla pratica maniglia ergonomica per il trasporto e 4 ruote di cui il Duracraft DD-TEC10E è dotato e che ne facilitano il trascinamento.
La capacità di assorbire l’umidità è di circa 10 litri ogni 24 ore, ovviamente nei casi in cui ci sia molta umidità nell’aria, questo rende il Duracraft DD-TEC10E un prodotto adatto a deumidificare stanze di medie dimensioni, diciamo di circa fino a 20 o anche 25 metri quadrati senza particolari problemi.

Il Duracraft DD-TEC10E è il diretto concorrente del DeLonghi Tasciugo DEM 10, in quanto la potenza di deumidificazione è pressoché la stessa.
Sulla scheda tecnica i consumi indicati sono di circa 300 watt, ma con nostro grande piacere abbiamo potuto appurare che i consumi effettivi, almeno durante le nostre prove, hanno di poco superato i 200 watt, quindi possiamo dire che alla fin fine il Duracraft DD-TEC10E non consuma poi così tanta energia come temevamo.
La tanica per la raccolta dell’acqua ci è sembrata idonea alla potenza di deumdificazione, grazie alla sua capienza di quasi 3 litri (2,9 per l’esattezza).
Il rumore del motore si attesta intorno ai 43 decibel, nella media quindi, però abbiamo notato che la scocca esterna non è assemblata con criterio, e durante il funzionamento, vibra fastidiosamente, aggiungendo altro rumore a quello nominale dichiarato nella scheda tecnica.
Il deumidificatore Duracraft DD-TEC10E non si fa mancare proprio niente, infatti ha moltissime funzioni ed automatismi utili: ad esempio quando la tanica di raccolta è piena, se nessuno provvede a svuotarla, si spegne automaticamente, onde evitare di far traboccare l’acqua dal serbatoio. È comunque possibile collegare il Duracraft DD-TEC10E ad uno scarico diretto oppure direttamente all’esterno per evitare la noia di dover stare sempre a controllare lo stato del serbatoio.
La regolazione delle varie impostazioni è davvero semplice ed intuitiva, in quanto tutte le opzioni sono direttamente accessibili da pannello di comandi posti in alto, potete inoltre impostare il tasso di umidità che volete che l’ambiente mantenga e al resto penserà a tutto il Duracraft DD-TEC10E, grazie al sensore incorporato che gli permetterà di tenere sempre sotto controllo la percentuale di umidità presente nell’aria.

Il Duracraft DD-TEC10E è veramente un prodotto valido, ottimo per i piccoli ambienti e per asciugare la biancheria. È molto economico e compatto e tutto sommato anche esteticamente non è per niente male. Consigliamo questo prodotto, a meno che non vi serva un deumidificatore per la camera da letto, che magari vogliate tenere acceso anche di notte. In questo caso non consigliamo il Duracraft DD-TEC10E, per i problemi di rumorosità di cui abbiamo accennato durante la recensione. Per il resto non abbiamo trovat nessun difetto evidente per questo modello, è affidabile ed efficiente e svolge il suo lavoro esattamente come fanno altri deumidificatori di marche molto più famose.

Fai da Te

Come Rivestire una Parete in Finta Pietra

Se apprezzi il fai da te ti piacerebbe realizzare alcune creazioni, come per esempio creare una fantastica parete di pietre finte, con questo articolo ti posso dare delle facili indicazioni che ti permetteranno di affrontare questa bellissima e particolare esperienza. Anche se in partenza questa realizzazione ti può apparire un’impresa complicata, voglio assicurarti che invece contrariamente a quello che puoi pensare è davvero facile! La tua parete, oltre a garantire un bellissimo effetto realistico, darà stile ed eleganza alla tua casa. Il finto rivestimento che avrai realizzato si adatta alle più varie esigenze. Infatti lo puoi mettere sia negli gli ambienti esterni che in quelli interni. Ovviamente la scelta del luogo determina anche quali materiali conviene usare: ad esempio per l’interno sono più indicate le pietre a base di gesso, mentre le pietre in terra cotta, in cemento o in pietra ricostruita sono da preferire per un utilizzo esterno.

La realizzazione di questa parete è piuttosto semplice. Naturalmente diventa tutto più facile avendo un minimo di manualità, poi basta un poco di impegno e buona volontà e vedrai che risultato. Fatta questa premessa non perdiamo altro tempo. Segui passo passo le mie indicazioni e i miei consigli e vedrai cosa sei in grado di fare con le tue mani, il risultato finale sarà piacevolmente inaspettato ed esaltante, la tua finta parete sarà un piccolo capolavoro.

Occorrente

Pietre finte
isolante (opzionale)
livella o corda
spatola dentellata
collante
pennello a setole dure

Una volta recuperato tutto l’occorrente vediamo come procedere nel posare le pietre, differenziando se si tratta di una parete interna o esterna. Ricordiamo, come descritto in precedenza, che l’utilizzo dei materiali è differente al seconda del tipo di parete. Inizamo con la parete esterna, per la quale è preferibile utilizzare pietre in terra cotta, in cemento o in pietra ricostruita.

Come rivestire una parete esterna

Per il rivestimento esterno è opportuno utilizzare una colla resistente al gelo (collante e rasante) da applicarsi su una rete di supporto posata su uno strato di cemento da esterni. Successivamente la prima cosa da fare per la posa delle pietre finte è quella di rendere liscio e pulito il muro. È consigliabile umidificare leggermente il muro in maniera da consentire un’aderenza perfetta al rivestimento.
Questa operazione preliminare è indispensabile perché se il muro è in brutte condizioni, bisogna operare una restaurazione dello stesso. Successivamente bisogna dividere la parete per linee orizzontali. Queste devono essere distanziate in base alla misura del rivestimento. È preferibile usare una livella oppure uno spago, dipende dalla vastità della superficie che si vuole rivestire. Bisogna poi considerare eventuali porte o finestre che interrompono la linea del disegno.

Come rivestire una parete interna

Per rivestire una parete interna devi spalmare la apposita colla usando una spatola dentellata sulla parete. Se la parete non fosse ben levigata è meglio usare una colla pastosa (non più di 10 millimetri di spessore). È importante spalmare la colla gradualmente e non in un’unica mano. Adesso procedi dall’alto verso il basso facendo aderire le pietre alla superficie che hai spalmato in precedenza con la colla.
Per completare il lavoro devi riempire tutte le fughe con una malta: da applicare con una sorta di sac à poche, simile a quella che usano i pasticcieri. Per concludere devi rifinire il tutto con un pennello a setole dure, un listello o anche con le dita (magari usa un guanto) in modo da eliminare residui di malta in più e compattare la malta nelle fughe. Dopo un paio d’ore, dovrai eliminare le eventuali sbavature. Ed ecco la tua parete di pietre finte di cui potrai andare orgoglioso a lungo.

Giardino

Quali Sono le Caratteristiche Principali delle Conifere

le conifere sono d’immensa importanza ecologica: sono le piante che dominano in vastissime aree, in particolare nelle foreste boreali dell’emisfero settentrionale, ma anche in climi simili sulle montagne delle zone più meridionali. La foresta di conifere è una associazione di alberi sempreverdi come di pini, abeti, larici; in questa però non mancano alberi con foglie caduche come betulle, salici, pioppi.

Morfologia

Il nome conifera significa “portatrice di coni” che sarebbero poi le “pigne”. Piante di norma abituate a climi montani (ma talvolta adattate anche sulle rocce del mediterraneo), hanno aghi al posto delle foglie, sviluppati come difesa dalla disidratazione o dalle condizioni ambientali estreme.
Le foglie di molte conifere sono aghi lunghi e sottili, ma altri hanno foglie piatte a scaglie triangolari. Le conifere di solito sono piante monoiche, ma alcune sono sottodioiche o dioiche. I semi delle conifere si sviluppano in un cono protettivo chiamato strobilo. Gli strobili impiegano dai quattro mesi ai tre anni per raggiungere la maturità e possono variare da 2 mm a 600 mm in lunghezza.

Particolarità

Molte conifere producono resine profumate, secrete per proteggersi da insetti e funghi. La resina fossilizzata si trasforma in ambra.
Le foglie possono servire come criterio di riconoscimento per le piante.

Proviamo a fare un esempio con le Conifere.
La premessa importante è che tale criterio è valido solo per le piante adulte, infatti, molte conifere possiedono due tipi di aghi distinti a seconda della fase di svuiluppo.

Le foglie sono molto diverse ma rispondono al criterio generale di risparmio dell’evaporazione. Più comuni sono le foglie ad aghi, che possono variare per la lunghezza, per il colore e sopratutto, per la modalità di inserzione sul ramo.
Foglie aghiformi riunite da una guaina comune e inserite sul ramo in gruppi di 2, 3, 5: Pini, Abies
Foglie aghiformi raggruppate a mazzetti e inserite all’estremità di piccoli rami legnosi: Cedro e Larice.
Foglie lineari inserite sul ramo isolatamente: Taxus
Foglie a piccole squame dispostea embrice sul ramo: Cupressus
Foglie a grandi squame fortemente imbricate tra loro e disposte a spirale intorno al ramo: Araucaria
Foglie a lamina larga a ventaglio, pur con una nervatura del tutto diversa da quella delle latifoglie: Ginkgo biloba.

Lavori Domestici

Come Pulire la Piscina

Chi l’ha detto che avere una piscina in casa sia solo un piacere? Certo possederla è una gran fortuna e un privilegio, di questi tempi. Ma oltre all’aspetto economico, anche le operazioni di pulizia della nostra piscina possono darci parecchie noie.

Pulire una piscina richiede impegno e preparazione: senza le giuste dritte, vi ritroverete spesso a fare i conti con problemi di igiene non così semplici da risolvere. Vediamo insieme come pulire la piscina di casa nel modo più semplice ed efficace, utilizzando i giusti accorgimenti che ci faranno risparmiare tempo ed energie.

Innanzitutto, ogni sera e al termine della bella stagione, ricordatevi di vestire la vostra piscina con le apposite coperture isolanti. Manterrete l’acqua della giusta temperatura ed eviterete il giorno dopo di andare a caccia di sporcizia come foglie, insetti e agenti esterni di vario genere. Se per coprire la vostra piscina utilizzate un telone in PVC, per pulirlo periodicamente può bastare una soluzione di acqua, detersivo neutro e aceto. Una volta asciutto, spolveratelo di borotalco, così farete meno fatica nel rimuoverlo successivamente, senza correre il rischio di strapparlo.

In caso di resti animali o vegetali in superficie, munitevi di un retino dalla rete stretta e a manico lungo, soluzione low cost che vi permetterà di risolvere le pulizie quotidiane.

Risulta essere fondamentale verificare ogni settimana lo stato di pulizia del filtro della vostra pompa e i valori del cloro e del Ph dell’acqua. Ricordatevi anche di utilizzare una piccola concentrazione di antialghe, azioni che insieme al monitoraggio della temperatura dell’acqua e dei livelli già citati vi aiuteranno a tenere igienizzati anche il fondo e le pareti della piscina.

Se invece avete a che fare con una piscina da pulire da cima a fondo sulle superfici, avete due possibilità: svuotarla completamente ed attaccare lo sporco con un pulitore ad alta pressione, oppure utilizzare strumenti professionali, come spazzole aspiratrici e pulitori idraulici, che possono svolgere la loro funzione restando tranquillamente immersi in acqua. Per non parlare dei robot, da attivare e lasciar lavorare in totale relax: minimo sforzo, massimo risultato!
Per pulire ed igienizzare la piscina in modo sicuro ed efficace il più delle volte servono prodotti specifici. Per esempio, un disinfettante idroalcolico pronto all’uso indicato per una rapida ed efficace disinfezione di tutte le superfici lavabili, materiali, attrezzature e strumentario in genere. Spruzzatelo su di un panno, passatelo e lasciate asciugare. Se l’area da trattare è estesa, spruzzatelo direttamente sulla superficie con l’apposito nebulizzatore e lasciatelo agire per almeno 15 minuti.